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Scoprire la Sicilia autentica tra le orecchie di un cavallo

Il rumore dei ferri sulla roccia rimbomba con un suono ritmico che ricorda il battito del cuore. Clop-clop, clop-clop, clop-clop

Mi tengo in equilibrio sull’inforcatura, cercando di bilanciare il peso per non ostacolare i movimenti del mio compagno di viaggio equino, in una posizione che solo chi ha provato ad arrampicarsi su una montagna in sella a un cavallo sa quanto sia difficile da mantenere. Guardo avanti per dargli una direzione, ma anche sotto di noi per guidarlo nei tratti più complessi. Quando il terreno si fa davvero arduo, mi affido alla sua esperienza di centinaia di trekking su queste montagne: sa cosa fare. 

Clop-clop, clop-clop, clop-clop

Sento un grido, e d’un tratto esco da questa simbiosi uomo-cavallo che occupava tutta la mia attenzione per guardarmi intorno: pochi metri più su, una delle nostre compagne di viaggio fissa immobile qualcosa che non riesco a vedere, oltre la curva della cresta rocciosa che ci sovrasta. Affretto gli ultimi passi per raggiungerla, e quando svalico…rimango senza fiato.

Io e Zelda, la mia cavallina baia, stiamo immobili a osservare lo spettacolo che ha strappato un urlo di meraviglia a chi l’ha visto per prima. Come se volesse guidare il mio sguardo, volta lentamente la testa da destra a sinistra, incorniciando con le orecchie il panorama a 360° che ci circonda dall’alto dei 1.979 metri di Pizzo Carbonara: le altre cime rocciose delle Madonie, i coni perfetti delle Eolie che si stagliano nel blu del mare, il profilo dorato della costa, e poi giù a perdita d’occhio si susseguono i caratteristici promontori del palermitano.
Vorrei gridare anche io, ma mi manca il fiato. Tutto ciò che riesco a fare è allungarmi sul collo del cavallo mentre la accarezzo e sussurrarle: “Grazie, Zeldì”.

Negli ultimi tre giorni, questo splendido animale mi ha portata alla scoperta di alcuni dei posti più belli, sconosciuti e sorprendenti di quest’isola: i monti e i paesi del Parco delle Madonie. Questa grande area protetta comprende una bella fetta di Sicilia settentrionale, si estende fino al mare di Cefalù e abbraccia le cime più alte dell’isola dopo l’Etna, sfiorando i duemila metri.

Sentieri e percorsi bellissimi, caratterizzati da una varietà incredibile, ma anche difficili e impervi, che Zelda e gli altri cavalli del gruppo hanno affrontato senza batter ciglio.

Merito di questi animali così forti e orgogliosi, razze locali i cui zoccoli sono abituati a solcare l’entroterra siciliano da secoli, ma anche della mano sapiente e appassionata dell’uomo che li ha addestrati a portare i turisti alla loro scoperta.

Che Paolo sia siciliano lo si intuisce ancora prima che apra bocca (dopodiché non ci possono essere più dubbi): ha gli occhi buoni dei siculi, pieni di mare e di sole, e il sorriso sornione di chi la sa lunga e conosce fin troppo bene i suoi polli. O in questo caso, i suoi cavalli.

Paolo e Selene lo sanno bene.
Ne hanno visti tanti di turisti in sella, e quando arriviamo alle scuderie per conoscere i nostri destrieri ho la sensazione di assistere a un rito, indecifrabile per noi ma chiarissimo per loro. 

Ci fanno una piccola introduzione alla doma dei loro animali e alla monta richiesta, ci chiedono che esperienza abbiamo, e sento che ci studiano mentre noi rispondiamo.

Nei quattro giorni che passeremo insieme scoprirò veramente quanto questo sia vero: il cavallo che ciascuno di noi monta è un riflesso perfetto della nostra personalità. 

Questi animali sono in grado di leggerti dentro: con quella conoscenza possono esaltare le tue caratteristiche e attitudini…o approfittarne per fare i propri comodi.

In fila indiana perfetta iniziamo a percorrere i sentieri delle Madonie: in questi quattro giorni in sella attraverseremo le vallate e i monti tra Collesano e Petralia, alla scoperta di paesaggi e luoghi che solo pochi dei milioni di turisti che visitano ogni anno la Sicilia scelgono di vedere. 

Noi invece li scopriamo da una prospettiva doppiamente privilegiata: dall’alto della groppa di un cavallo, e dai racconti di chi questi luoghi li chiama casa come Paolo e Selene. Esploriamo Gratteri, un borgo incantevole racchiuso in un anfiteatro naturale di roccia, e ci raccontano la surreale storia di come i suoi abitanti abbiano smontato a mani nude il castello per costruire con le sue pietre un’ennesima chiesa. 

Andiamo alla scoperta di Castelbuono: ammiriamo l’orologio della torre che è uno spettacolo di meccanica di precisione, il suo castello oggi di proprietà di tutti gli abitanti del paese, che lo acquistarono all’asta con una colletta pubblica, e facciamo amicizia con Carmela, l’asina che quotidianamente si occupa della raccolta differenziata…e poi giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, scopriamo le storie che hanno dato origine a toponimi come Piano Battaglia, Pizzo Carbonara, etc.

Ogni passo è una meraviglia per gli occhi e per la mente.

E intanto saliamo di quota.

Ben presto capiamo perché queste zone vengono definite le Dolomiti siciliane. I paesaggi si fanno più aspri e montagnosi, passiamo da vallate vista mare a paesaggi verdi degni della Svizzera, fino a ritrovarci a camminare al cospetto di giganteschi monoliti di roccia.

Continuiamo a salire, e la classica macchia mediterranea lascia il posto a boschi di faggi, di lecci e di abeti. Quando superiamo la quota degli alberi, il profumo del timo selvatico ci riempie le narici. Giochiamo a riconoscere piante e fiori, nell’esplosione di verde, giallo, viola e mille colori che è la primavera in queste zone.

E poi cerchiamo tra le rocce il basilisco: una pianta selvatica simile al finocchietto, ma intorno alle sue radici cresce un fungo prelibato e raro, per questo motivo noto come “tartufo bianco delle Madonie”. È ottimo da mangiare crudo, al carpaccio, e le pecore che si cibano delle sue foglie conferiscono al latte (e alla ricotta che ne deriva) un sapore unico.

Non è solo la flora a tenerci occupati nelle lunghe ore in sella: ogni pochi metri incontriamo anche la variegata fauna del parco. Capre selvatiche, cinghiali, e poi innumerevoli daini, tanti che dopo un paio di giorni quasi non solleviamo più le fotocamere per immortalarli.

E poi c’è il cibo.

Subito scopriamo che questo tour non sarà di quelli spartani, tutto cavallo e pasti frugali. Dopotutto la buona cucina è una delle caratteristiche fondamentali dell’ospitalità sicula, e Paolo ci tiene particolarmente a non essere da meno!

Dimenticate scomode tende e panini al prosciutto: scoprire le Madonie a cavallo così significa dormire in bellissimi agriturismi con vista sui cavalli, e stemperare le lunghe ore in sella con mangiate colossali delle migliori leccornie locali. 

Le cene sono all’insegna del buon gusto e della scoperta di sapori tipici: dalle carni di prima scelta allevate localmente alle verdure di stagione più saporite. Senza dimenticare i dolci tipici come la Testa di Turco, o altri piatti insaporiti dalla manna, prelibatezza locale che solo qui i frassini riescono a produrre grazie al microclima e alle caratteristiche del territorio.

Ma il momento che aspetto di più ogni giorno è quello del pranzo: il concetto di pic-nic viene completamente stravolto da questi ragazzi, che quotidianamente allestiscono nei prati delle Madonie vere e proprie tavolate cariche di leccornie.

Piatti semplici ma gustosi con salumi, formaggi, verdure e l’immancabile ricotta, rigorosamente KM0 che ad ogni produttore scelto cambia di sapore, consistenza, profumo. Oppure ci si ferma in uno dei tanti màrcato locali, le antiche abitazioni dei pastori delle Madonie fatte da muri di pietra e tetti di paglia. Qui ancora oggi si fanno i formaggi come la tradizione vuole…e una semplice pasta coi tenerumi (le foglie della zucchina lunga) cucinata al momento diventa una vera e propria meraviglia di gusto!

Il termine “turismo esperienziale” in un tour a cavallo delle Madonie acquisisce tutto un altro significato. Ogni attimo vissuto diventa un’esperienza. Ogni senso è solleticato. 

Il pelo morbido dei cavalli sotto le dita, il profumo della macchia mediterranea, il suono delle risate dei compagni di viaggio, l’immancabile gusto della ricotta fresca e del buon vino sulle labbra.

E ovviamente la vista dei panorami a 360° dalla cima di una montagna, che trova nello spazio pieno di meraviglia tra le orecchie di un cavallo la sua perfetta cornice.

Il luogo ideale in cui scoprire la Sicilia, quella più autentica e vera.

Scoprire la Sicilia autentica tra le orecchie di un cavallo

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